Cogliere le caratteristiche salienti dell’assetto economico-finanziario di un’impresa e le sue prospettive di evoluzione

Una corretta analisi di bilancio costituisce il presupposto fondamentale per esprimere una valutazione sull’equilibrio economico-finanziario dell’impresa, sulla sua capacità di far fronte ai debiti e agli investimenti, sulle politiche di sviluppo e sui risultati a confronto con quelli del settore e delle aziende concorrenti (“benchmarking”).

Qui proponiamo un percorso di “questioni cruciali” per cogliere le caratteristiche salienti dell’assetto economico-finanziario di un’impresa e le sue prospettive di evoluzione:

a) Sviluppo
1. Quale stadio del suo ciclo di vita sta attraversando l’impresa? E’ in una fase di crescita? E’ una crescita lenta o rapida? Regolare o irregolare? Delle sole dimensioni operative (significate dal fatturato a valori costanti) o anche delle dimensioni strutturali (attivo, patrimonio netto, dipendenti)? E’ in una fase di mantenimento di certi livelli dimensionali? E’ caratterizzata da fluttuazioni intense o modeste del volume operativo? E’ in una fase di declino?
2. Lo stadio che l’impresa sta vivendo è in consonanza con le linee evolutive del settore in cui opera?
3. Lo sviluppo è di fatto eccessivo in rapporto alla redditività e alla solidità? Queste sono tali da consentire lo sviluppo necessario ai fini della competitività aziendale?
4. In quali direzioni investe l’impresa per mantenere, migliorare, riequilibrare il profilo di rischio/redditività? La politica di investimento seguita si è dimostrata efficace? Ci sono investimenti in corso? e di quale entità?

b) Solidità
1. Qual è l’andamento della Posizione Finanziaria Netta?
2. Quale giudizio diamo dell’impresa sotto il profilo della sua solidità patrimoniale? è molto indebitata? verso le banche, verso altri finanziatori, verso i fornitori?
3. Quando e perché l’impresa è pervenuta a quel certo grado di solidità patrimoniale? Se è sottocapitalizzata, ciò dipende dal fatto che non ha mai guadagnato molto? ha guadagnato bene in passato, ma ha avuto perdite in anni recenti? vi sono stati forti prelievi di utili? la proprietà ha volutamente mantenuto l’azienda in una situazione di sottocapitalizzazione pur di non rompere certi equilibri tra soci e/o di non accettare l’ingresso di nuovi soci? sono stati fatti forti investimenti in anni recenti, finanziati senza apporto di mezzi propri? l’eventuale lievitazione del grado di indebitamento è stato un fatto voluto o subìto passivamente?
4. Gli utili netti vengono distribuiti (dividendi)? Oppure vengono destinati a riserva?
5. L’accoglimento di certe richieste di finanziamento può servire a risolvere i problemi finanziari dell’impresa o sono destinate soltanto a tamponare provvisoriamente la situazione? Alla luce della recente evoluzione, la fiducia di cui gode l’impresa da parte dei finanziatori appare giustificata o ingiustificata? Vi è un divario tra la situazione percepita dalla generalità dei finanziatori e la situazione percepita dall’interno dell’impresa, che giustifica l’andare controcorrente (e quindi a sostenere finanziariamente l’impresa malgrado la scarsa fiducia di cui è circondata oppure il non appoggiarla malgrado la buona considerazione di cui gode)?

c) Redditività
1. Come si configura l’andamento reddituale dell’impresa? Questa ha un passato di utili o di perdite o di risultati economici ora positivi ora negativi? Qual è l’ordine medio di grandezza dei redditi e quale la loro variabilità?
2. Da quali gestioni derivano i risultati netti finali (utile netto o perdita)? Dalla gestione caratteristica? Da ricavi o costi di natura straordinaria? Dalla gestione finanziaria (interessi attivi/passivi)?
3. A quanto ammonta la quota di “valore aggiunto” in rapporto al fatturato o al valore della produzione? Da che cosa dipende il suo andamento?
Se in crescita, è migliorato il contenuto del prodotto/servizio? sono state internalizzate fasi produttive in precedenza affidate all’esterno? è aumentata la produttività? è migliorata l’efficienza nell’impiego dei materiali? i prezzi dei prodotti/servizi venduti sono cresciuti più dei prezzi delle materie prime e dei servizi acquistati dall’esterno?
Se in diminuzione, è peggiorato il contenuto del prodotto/servizio? sono state esternalizzate fasi produttive in precedenza svolte all’interno? è diminuita la produttività? è peggiorata l’efficienza nell’impiego dei materiali? i prezzi dei prodotti/servizi venduti sono cresciuti meno dei prezzi delle materie prime e dei servizi acquistati dall’esterno?
4. A quanto ammonta la quota di “margine operativo lordo” (MOL o EBITDA) in rapporto al fatturato o al valore della produzione (“EBITDA margin”)? E’ in linea con i valori medi del settore e/o dei concorrenti?
5. Qual è l’andamento della quota di reddito operativo (EBIT) in rapporto al fatturato o alla produzione (ROS)? Si discosta molto dall’EBITDA margin? Se sì, lo scostamento dipende dalle politiche di ammortamento? O dalle svalutazioni? O dagli accantonamenti?
6. L’incidenza degli oneri finanziari sul fatturato si è mantenuta al di sotto dei livelli guardia? Il divario tra redditività degli investimenti e costo dei mezzi di terzi è sempre stato positivo e consistente?
7. Vi sono dei rilevanti rischi di gestione tipica (dipendenza da un solo cliente, difficoltà gravi di approvvigionamento, ecc.)?

d) Liquidità
1. La gestione operativa produce flussi di cassa positivi?
2. Il “capitale circolante netto” (attività correnti – passività correnti) è positivo?
3. L’andamento dei crediti verso i clienti è coerente con quello delle vendite? Se i giorni medi di credito alla clientela sono in aumento, ciò è dipeso da politiche commerciali dell’azienda o da difficoltà a incassare le fatture (clienti insolventi o in ritardo nei pagamenti)?
4. L’andamento dei debiti verso i fornitori è coerente con quello degli acquisti di materie prime e di servizi? Se i giorni medi di credito dai fornitori sono in aumento, ciò è dipeso dalla capacità dell’azienda di imporre tempi più lunghi o da difficoltà dell’impresa a pagare le fatture di acquisto?
5. Gli indicatori di liquidità segnalano tensioni monetarie? di quali gravità? da quanto tempo? L’andamento reddituale ne ha sofferto e/o ne sta soffrendo?
6. Le eventuali tensioni monetarie hanno le loro radici in uno squilibrio strutturale tra tasso di investimento e tasso di autofinanziamento? Oppure sono transitorie, in quanto derivanti da una caduta temporanea della redditività, in via di superamento e/o da un dilatarsi di certi fabbisogni destinati nel breve periodo a ridimensionarsi o a trovare altra, più adeguata, fonte di copertura?
7. L’evoluzione a breve dell’equilibrio economico-finanziario, nell’ipotesi di mantenimento delle politiche in atto e di scenari congiunturali prudentemente realistici, va nel senso di un aggravamento o di un riequilibrio della situazione?

Nostre integrazioni e modifiche da V. Coda “La valutazione della solvibilità a breve termine”, in G. Brunetti, V. Coda, F. Favotto “Analisi, previsioni, simulazioni economico-finanziarie d’impresa”, Etas Libri, Milano, 1984

Una raccolta di manuali sulla redazione e sulla lettura dei bilanci (alcuni in inglese o ad accesso riservato):